Ragazzi di vita
Massimo Popolizio legge Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini
Il
Riccetto se ne andò meditabondo e tranquillo, attraverso i cortili, in
via di Donna Olimpia, ripassò davanti ai poliziotti, e, con le mani in
saccoccia fischiettando, sotto il monte di Casadio, prese la strada che
portava giù al Ponte Bianco, oltre la Ferrobedò. Ormai non c'aveva più
niente da fare lì, e accelerò un po' il passo, sempre fischiettando. Non
vedeva l'ora d'essere arrivato giù al Ponte Bianco e d'aver preso il
tram per tornarsene a casa a dormire.
La Ferrobedò, o per dir meglio, la Ferro-Beton, si stendeva alla sua destra nello zucchero filato della luna, un polverone bianco e fragrante, tutta ben ordinata e così silenziosa che si sentiva un guardiano, dentro qualche magazzino, che cantava a mezza voce. E di dietro, s'una specie d'altopiano, controluce, in cima lle grandi gobbe nere, si profilava immenso il semicerchio di Monteverde Nuovo, punticchiato di lumi, sotto striscioni di nubi che parevano di porcellana, tutti granulosi, nel cielo liscio liscio.
La Ferrobedò, o per dir meglio, la Ferro-Beton, si stendeva alla sua destra nello zucchero filato della luna, un polverone bianco e fragrante, tutta ben ordinata e così silenziosa che si sentiva un guardiano, dentro qualche magazzino, che cantava a mezza voce. E di dietro, s'una specie d'altopiano, controluce, in cima lle grandi gobbe nere, si profilava immenso il semicerchio di Monteverde Nuovo, punticchiato di lumi, sotto striscioni di nubi che parevano di porcellana, tutti granulosi, nel cielo liscio liscio.
in onda a gennaio 2012 alle 17 durante FAHRENHEIT
su Rai Radio 3 dal lunedì al venerdì
Nessun commento:
Posta un commento